venerdì 19 gennaio 2007

Il grande gioco del Verello: le regole, la storia e le curiosità

Il Verello è una variante del tressette normale dove lo scopo del gioco sembrerebbe quello di NON fare punti, ma in realtà è quello di non prendere il Verello (Asso di Bastoni), perché un tale atto comporterebbe la derisione e lo scherno da parte di tutti i giocatori presenti. A differenza del tressette standard, dove in genere si dovrebbe giocare a squadre, Verello si gioca da soli, con un minimo di tre persone.

Questo "Tressette a perdere" viene giocato solitamente in cinque persone ed usa, come da tradizione, carte napoletane, 40 carte con: Denari, Spade, Bastoni e Coppe. Per ogni seme il valore delle carte è decrescente secondo questo ordine: 3 , 2, 1, 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4.
Nel Tressette a perdere il valore delle carte, ai fini del punteggio, è il seguente:
Asso: 1 punto
3, 2, 10, 9, 8: 1/3 di punto
L'asso di bastoni è il Verello, una carta speciale che vale 11 punti.
Il totale del punti deve essere 21.


Le regole

Il Mazziere è il giocatore che distribuisce le carte, 8 carte a ogni giocatore. Ad ogni mano il turno passa al giocatore di destra.
Il giocatore alla destra del mazziere inizia la prima mano giocando una carta che determina il seme "che comanda".
Gli altri giocatori devono rispondere con una carta dello stesso seme, se ne hanno. Se un giocatore non ha carte di quel seme, si dichiara orgogliosamente dicendo "sto piombo" al quel seme e può giocarne qualunque altra. La carta di più alto valore del seme "che comanda" fa la presa e chi l'ha giocata inizierà la mano successiva.

N.B. Al primo giro non si può aprire il gioco con i bastoni, non può essere gettato l'Asso di Bastoni nè qualunque altra carte di bastoni.

Il primo che arriva a 51 punti perde ed esce dal gioco. I quattro giocatori rimanenti continuano a giocare altri mani, con 10 carte a testa, finché un altro giocatore non perde superando 51 punti. A questo punto i tre che rimangono giocano ancora levando una carta a caso, che contribuirà alla fine della mano ai punti del giocatore che farà "la Reta", cioè l’ultima presa. Chi arriva per primo a 51 "andrà Franco", cioè non vince e non perde, pareggia, insomma non viene umiliato!


Il Calcolo dei punti: il grande mistero della Reta…

Il giocatore che fa l’ultima presa, si dice che “si è fatto la Reta”. Anche la Reta è una cosa molto umiliante, ma non tanto quanto prendersi il Verello. Infatti, il giocatore che ha fatto la Reta, non conta i suoi punti alla fine della mano, ma aspetta che gli altri giocatori contino i propri; la somma dei punti degli altri giocatori, verrà sottratta al totale dei punti, cioè 21, e tale cifra sarà il punteggio del giocatore retoso, che come suggerisce l'insigne Ozzy, viene definito Retamen in quanto è particolarmente propenso ad arretarsi.

N.B.: Si è anche verificato un caso in cui un giocatore che aveva solo un punto alla fine della mano, ma che si è fatto la Reta, ha visto i suoi punti lievitare fino a 6! Stai attento quindi, la Reta fa male!


Il Verello attraverso i Secoli

La storia del Verello ha una tradizione millenaria. Sono stati ritrovati antichi reperti che lo testimoniano.

La famosa mummia Otzi (il realtà è Ozzy) è stata ritrovata dagli antropologi con un tronchetto di legno di 30 cm nel bacino. Gli studiosi pensano che l’uomo stesse giocando a Verello con i suoi presunti amici, quando uno di questi, un traditore, gli diede il Verello a prima mano (allora era ammesso) ed Ozzy pare sia morto sul colpo di crepacuore.

Anche gli Incas, gli Indii di america, solevano (e solavano) giocare a Budello. Il gioco era simile al Verello originale, ma si giocava tutti di spalle a P incas mezzi (il p greco non era ancora stato inventato), che corrisponde ad un angolo di circa 79° 15’ 34’’, una piega che era ritenuta inspiegabilmente sacra per gli Incas; infatti chiunque durante la partita, si muoveva e abbandonava la posizione “sacra”, diveniva oggetto di sacrificio al dio del gioco d’azzardo in Arizona, Ozzus, un essere mostruoso con la faccia di Ozzy e il corpo del 3 di Bastoni.Nel V secolo a.c. il Verello era lo sport nazionale degli antichi Basterchi, una popolazione nomade asiatica, divenuta nota per la loro incredibile brama di danaro che ottenevano soprattutto tramite commerci illegali su Ebays, una delle vie commerciali dell’epoca che collegava tutti i popoli del mondo che avevano stipulato gli ADSL, gli Accordi Democratici Senza Libertà, una raccolta di decreti e leggi senza senso, firmati da un branco di ubriachi che una sera non avevano nient’altro da fare. Per i Basterchi era anche abitudine fare scommesse alla Snaius sull’esito delle partita, su chi prendesse il Verello (Verello – no Verello) e sul risultato del primo tempo della partita (allora il gioco era diviso in 2 tempi e c’erano anche i Verelli di Rigore).

Con la caduta dell’Impero Romano e il diffondersi del Cristianesimo, la pratica del Verello venne abbandonata, perché ritenuta dai Papi un rito satanico di accoppiamento con Satana. Dante collocò i giocatori di Verello nell’Inferno affianco a quello dei sodomiti, ed erano stati condannati insieme a questi ultimi, a darsi Verelli per l’eternità, in una partita a carte che finiva a chi arrivava prima all’infinito e con Asso Bastoni sempre piombo per tutti. Durante il medioevo alcuni viziosi del gioco continuarono a praticare di nascosto e fondarono delle sette, come quella dei Templari Gay, che non erano altro che buon temponi ai quali piaceva tanto il Verello.

Durante il Rinascimento il Verello tornò in voga nelle corti fiorentine ma portò a scontri violenti in città. Da una parte vi erano i Guelfi, che inneggiavano alla Briscola con Adriano, e dall'altra vi erano i Ghibellini, che reclamavano l'indiscussa sovranità del solo Verello. Walter il Magnifico, che all’epoca era anche un ottimo giocatore di basket medievale, mise tutti d’accordo, proclamando una festa cittadina lunghissima, una bisca ininterrotta di 3 mesi, che stremò i rivoltosi e placò gli animi più biscaioli. Alla fine della festa, nessuno volle più sentire parlare di carte...almeno fino al Natale successivo.


Il Gergo: il vero segreto del successo!

Il gergo del Verello è una vera e propria espressione di arte linguistica. E' il frutto di nobili ed aristocratiche menti che negli anni hanno coniato termini linguistici di un astrattismo metaforico neoclassico (non mi chiedete che significa) prossimo all'eccellenza. Il gergo si divide in due parti principali: "i modi di dire" e "le esclamazioni".

I modi di dire:

  1. Fare il pater familiae: avere il 3 piombo ad un palo ed, appena si è primo di mano, giocarlo prendendosi, da buon maschio italiano, le responsabilità dei propri gesti e delle proprie scelte morali.
  2. Fare il family man: avere il 3 accompagnato, ma giocarlo immediatamente per prendere (non primo di mano), come qualunque uomo che tiene alla propria famiglia è giusto che faccia.
  3. Sentirsi uno strano prurito anale: avere il Verello piombo e perdere ogni speranza di non prenderselo.
  4. Andare a stuzzicare: giocare senza minimo ritegno a bastoni cercando di far uscire un probabile Verello piombo.
  5. Accappotarsi: Prendere, in modo subdolo e malvagio, tutti i punti in gioco e fare cappotto, prendendosi gli insulti e le mazzate degli avversari iracondi.
Le esclamazioni:
  1. "Win the best!": che voi siate maledetti, vi auguro di prendervelo sempre e nel più doloroso dei modi!
  2. "Take Bedello!" o "Take Zebedei!": Oh caro compagno di gioco, è con lieto gaudio che ti faccio dono di un bel Traversone di 30 cm! Che tu sia benedetto, altrimenti questo dono rimaneva a me!
  3. "Qua si piglia!": Per dindirindina, che fortuna sfacciata! Ho l'occasione, che non mi farò sfuggire, di prendere pochi punti con una carta che pensavo mi condannasse ad una sicura presa di Verello, da tergo!
  4. "Nè!": Attenzione! Mi è arrivata una carta che mi farà fare un carico di punti!
  5. "Nèèèè!": Nooooo!!! Di nuovo! Carte maledette! Manneggia il cartaro...Mischia bene!
  6. "Nèèèèèèèèèèèèèèè!": Manneggia chi v'è muort!!! Non è possibile, una simile sventura non si è mai verificata! 3 carte di fila potenti e non posso manco andare a Cappotto, posso solo fare 20 punti!
  7. "E non ci faccio più a sto gioco!": Data la moltitudine di scartine che ho tra le mani, per me è praticamente impossibile essere deriso dagli altri!
  8. "Niente!": Cari compagni di gioco, la mano che sta per incominciare ve la contenderete solo voi, poiché io, dopo un attento esame radiografico delle mie carte, proclamo la mia più ferma convinzione a non voler fare nemmeno un punto e non posso nemmeno salvare il cappotto!
  9. "Salvate il cappotto!": Porgetemi tutti attenzione! Se non ve ne siete ancora accorti, un concorrente, in modo ambiguo e furbesco, sta cercando di accappottarsi a nostra insaputa! Presto, correte ai ripari, sacrificatevi, ahimè io non posso aiutarvi in questa impresa nobile!
  10. "Che muazz!":"Non ci si riesce a credere!!!Sono tre mani che voglio darti il Bedello e sono tre volte che tu con maestria e abili inganni, lo schivi e se lo prende Adriano!
  11. "Mamma mia!!!":Oh mia genitrice femmina, oh te che mi sgravasti, perché mi hai messo al mondo facendomi dono di una napoli a bastoni?
  12. "PEM!":"Non te lo aspettavi, eh? Ebbene si, io ti sbatto sto bel Bedello in faccia e te lo prendi pure!"
  13. "Segna!":Ehi tu, addetto al conteggio dei punti, non far finta di niente! Questa mano hai voluto provare a fare cappotto, bastardo, ed invece ti sei fatto solo 20 punti! Ed adesso devi adempiere alle tue funzioni di scribano e scolpisci sul marmo il suddetto punteggio, cosicché i posteri che troveranno questa indelebile prova della tua imperizia possano deriterti e venire a pisciare sulla tua tomba gridando: Abborto!!!
  14. "Uagliù, Posate!": Cari compagni di avventura, la fortuna mi arride! Debbo altresì informarvi che coteste carte donatemi dalla dea bendata mi permettono di dichiarare una prematura fine alla partita da noi giocata, sicchè vi invito tutti ad unirvi a me per un lauto festino, indi portate le vostre suppellettili, onde evitare che non vi sia carenza alcuna di forchette e coltelli per il pranzo da me così gentilmente offerto!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Quando i giocatori guardando le carte
escalmano "ne" "neeeeee" "NEEEEEEEEEEEEEEEE" se non aggiungono altro vuol dire che hanno tutte le carte anche le picche e i cuori......
invece se esclamano dopo "ne" "NIENTE" significa che quella mano gli è andate bene.... e sono salvi...
per il momento.... ma sanno che il verello è sempre in agguato...........

Unknown ha detto...

C'è da aggiungere a quanto sopra che il giocatore che sia particolarmente propenso ad arretarsi, viene definito Retamen
saluti
Ozzy

Anonimo ha detto...

NNNééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééééé

Ci voleva un blog di sì tale accademicità per insegnare ai neofiti la gustosa arte del prenderlo tra le natiche

NNNNè