lunedì 26 marzo 2007

Incontri ravvicinati del quarto tipo

Alieni, Fantasmi, Bigfoot e Ray Sugar Sandro: miti che nascono dalle paure più recondite dell'uomo e che vengono tramandati nei secoli e che tutt'ora alimentano l'immaginario collettivo. Esseri frutto della fantasia di persone con evidenti problemi, sui quali si è scritto molto sia in passato sia ai giorni d'oggi (Dante collocò Ray Sugar Sandro, per gli amici Raysugarsandro, nel settimo girone e mezzo dell'inferno, quello dei narcisisti). C'è gente che butta la propria la vita a cercare una prova d'esistenza di questi strani personaggi, c'è anche gente che ci specula sopra e c'è gente che ci ride sopra. Io non voglio aprire un dibattito sull'esistenza o meno di questi esseri, se sia giusto o meno parlarne, voglio solo mostrarvi un documento che potrebbe comprovare l'esistenza di uno di loro: Ray Sugar Sandro.



La foto qui sopra, scattata Sabato 24 Marzo intorno alle ore 23, testimonia la presenza del mitico Ray in un ristorante di Pescara, precisamente "Il Porto". Gli studiosi sono al lavoro per stabilire se la foto sia un falso, un fotomontaggio preparato ad opera d'arte o si tratti di un una vera testimonianza fotografica. La foto è stata scattata dalla mitica Laura con il suo telefonino: l'intenzione era immortalare un'espressione perplessa di Bucho, il quale forse aveva già intuito una strana presenza aleggiare per l'aria. Ci sono altri testimoni dell'avvistamento, tra cui Antonio, Antonella e due ragazze portoghesi, Lucinda e Telma. A quest'ultima in particolare va il merito di aver avuto per prima la mistica visione e di averla fatta notare agli altri tempestivamente. La povera ragazza, per tutta la settimana passata, era stata istruita a dovere da Bucho sull'esistenza di questo bizzarro personaggio mitologico. Saranno state le interminabili ore spese davanti all'HPLC (uno strumento analitico) mentre Bucho le faceva il lavaggio del cervello sull'esistenza di Ray, che avranno scatenato nella sua mente un turbine di allucinazioni, nate probabilmente da una soggezione indotta dal diabolico Bucho. Infatti ciò spiegherebbe il motivo per cui, quando la ragazza era in Portogallo e non conosceva ancora l'esistenza dell'essere, non gli era mai capitato di vederlo; adesso che sa della sua probabile esistenza, lo vede ovunque, sia nei cartelloni pubblicitari appesi per Chieti Scalo, sia nello studio di un professore della facoltà di Farmacia (è identico in effetti), sia ieri sera al ristorante. E la sua soggezione evidentemente ha contagiato gli altri presenti con lei in pizzeria; l'unico ancora perplesso è rimasto Bucho, che da buon miscredente attribuisce all'amaro Lucano la colpa di questa funesta visione. E adesso i punti di domanda sono molti, a cominciare dal primo: Bucho che ha fissato negli occhi Ray, è diventato scemo così come narra la legenda? Oppure era già scemo prima di vederlo? E soprattutto, chi era la biondina che è apparsa nella visione al suo fianco? Ma Ray non dovrebbe avere due ragazze, anzi tre? Mah...lascio a vuoi questi dubbi irrisolti, che mai forse verranno svelati. Vi saluto lasciandovi alle vostre paure, ricordandovi che a volte vediamo cose che vorremmo vedere ... e come negare a me stesso che sono io il primo a volere che Ray Sugar Sandro esistesse davvero?


Anonimo

venerdì 2 marzo 2007

L'angolo molto serioso: il pensiero di un uomo libero

Come si sente un uomo che esce di galera dopo 20 anni? Adesso posso dirlo. Perché non è stata forse una schiavitù, un carcere, questa avventura studentesca iniziata circa 20 anni fa, praticamente da quando ho messo per la prima volta piede alle elementari, e finita ieri quando ho varcato l'uscita della facoltà di farmacia? Io dico di si, almeno, per me è stato così. Ed uscendo fuori all'aperto guardando il cielo azzurro senza una nuvola, proprio come appariva nei miei sogni sul giorno del mio ultimo esame, camminando sbandando come un ubriaco, ero felice. E non capivo perché! Era come un riflesso a qualcosa che doveva essere, una conseguenza ad una situazione che si era sempre sognato, pianificato da anni e anni. Ma non era artificiale, era vera, sincera, naturale. Forse gioia allo stato puro. Ma più di tutto, mentre andavo vagando per i prati, senza una meta, un riferimento, ho capito cosa vuol dire essere liberi. La libertà non è essere, ma è non dovere. Tutto qua. Tu non sei libero se sei qualcuno o se fai qualcosa, sei libero se non devi essere nessuno o non devi fare qualcosa. Inutile negarlo, crediamo di vivere in un epoca di democrazie, fieri di essere liberi dalle tirannie passate e dalle dittature. Ma in verità, oggi è come allora o forse peggio: appena nasciamo siamo già segnati, schedati, registrati. Quello che dobbiamo fare da 6 a 18 anni è già scritto e quello che faremo dopo non è obbligatorio, ma è sottinteso, poiché oggi "senza un pezzo di carta" non si fa più niente. Ammiro chi ha il coraggio di ribellarsi, di rischiare, di tentare fortuna in altro modo, di mettere in gioco e sfruttare fino in fondo le capacità che ognuno di noi possiede. Allora essere libero forse vuol dire avere coraggio, non aver paura, magari avere un pizzico di incoscienza, ma non temere niente e nessuno, ne dei ne uomini. Un uomo libero è un uomo che non teme niente, nemmeno la morte, un po' come il mitico William Wallace di Braveheart...
Questo sentimento di soddisfazione che provo adesso passerà presto, nuovi impegni già si ergono all'orizzonte. E tutto tornerà come prima, tra poco, giorni o settimane, dipende, ma è certo che senza impegni e senza obbiettivi nessuno può vivere, ..altrimenti ci si droga! L'obbiettivo sarà eliminare altri problemi, altri impegni e le scadenze...poi compiacersi di esserci riusciti e ricominciare di nuovo d'accapo con nuovi problemi, ogni volta, fino all'infinito, perché ottimisticamente parlando non voglio pensare che ci sia una fine, che tutti noi già conosciamo...E tra un impegno e l'altro trovare il tempo di concedersi un po' di libertà, coltivare una passione che rendi il tutto più piacevole!
E alla fine mi rendo conto solo adesso che forse libero lo sono sempre stato, quando non me ne fregava niente degli esami, prendevo la mia bici e me ne andavo in giro a scoprire strade e paesi dell'Abruzzo, Molise e Campania. Anzi, sotto alcuni punti di vista, allora era meglio, era una libertà non meritata ma desiderata all'estremo. Chi non ha mai sentito il bisogno di lasciare tutto fermo dietro di se ed andarsene il più lontano possibile? Ed una volta raggiunto quel posto, guardare in dietro con orgoglio il punto da cui si è partiti, fino a sentire la voglia forte di tornare. Ritornare alle solite cose, ai soliti problemi, alla solita schiavitù. Perché quando uno è abituato ad essere schiavo da quando è nato, appena assapora la libertà, la teme, è titubante difronte a qualcosa che non ha mai visto, sentito o provato. Ma adesso se permettete io questa paura me la godo ancora un po', perché in fondo sono stato bravo e me lo merito...e mi sentirò libero e felice almeno anche stanotte...domani è un altro giorno...
Posso infine dire con onestà che questa è stata di sicuro la salita più dura che abbia mai scalato, l'unica in cui ho poggiato più volte il piede a terra, l'unica in cui ho pensato di fermarmi, rigirarmi e tornare indietro. E' stato il mio Mortirolo personale, solo più lungo ma non meno ripido. Ma vi assicuro che ne è valsa la pena perché da quassù la vista è eccezionale!
Un augurio a tutti quelli come me che hanno già scalato questo montagnone e un in bocca al lupo a chi è lì lì che vede la vetta! Non mollate che manca poco, la salita sta per finire! Qui non vince chi arriva prima, vince chi arriva!

P.S.:Danì...apriamo la pizzeria!!! Se magna, si beve e si guadagna! Questa è la libertà!

P.S.2 la vendetta: Chiedo scusa a tutti, ma dovevo proprio condividere con voi questo pensiero!
Bucho