Il giorno è giunto.
Come ogni anno alle Idi di Giugno, si è svolta nel Sacro Tempio Di Spiox la processione votata al risveglio del grande Dio Klimatron, dio dei gelidi venti e dei riposi notturni.
Quest'anno questo millenario rito tribale è stato eccezionalmente documentato da una troupe di TeleChieti. Dobbiamo anticiparvi che alcuni videoperatori si sono sentiti male nel riprendere strani eventi soprannaturali.
Ma cominciamo per ordine.
Nel Tempio, dichiaratamente politeista, oltre al Dio Kaldayon (dio del tepore e della muffa sui muri), la Dea Intimiximisia (dea dei cataloghi e della prestanza fisica femminile), il Grande Dio RaySugarSandro (dio degli dei e del nuoto "a trivella", nonché protettore del self-styling), ogni anno, quando Kaldayon va in letargo, viene svegliato il suo antagonista, il Grande Klimatron.
Si narra che il culto di Klimatron sia stato introdotto nell'anno domini 2004, quando una pastorella (ovviamente tarantina) si trovava a pascolare le sue pecorelle in quel che poi diverrà il maggior tempio del culto Klimatroniano, la piana di Spiox. Leggenda vuole che essa, dopo aver giaciuto contemporaneamente con tre pastorelli chietini, in piena notte si sia svegliata colta da fame e da calurie improvvise. Erano le Idi di Giugno (il 16) e la notte non era mai stata così calda. Essa, scansando un quarto pastorello chietino che aveva giaciuto con lei mentre dormiva, si alzò dal giaciglio e cominciò a vagare per la piana alla ricerca di cibo e refrigerio. Camminando senza meta, al di là di una rupe trovò una piccola pianta di fagioli. Stranamente una voce si alzò dalla direzione della pianta e disse "Io sono il Fagiolo, se tu cogli quest..." ma non fece in tempo a finire che la pastorella si era infilato già tutto il fagiolo in bocca, data l'immensa fame.
Purtroppo questo misero pasto non aveva calmato la voracità della Pia Tarantina, ed ella continuò il suo girovagare. Da lontano sentì un gran frastuono e decise di incamminarsi in quella direzione. Vicino una collina vi era una bancarella di mercanzie. Vi era seduto dietro un enorme mercante nero dei paesi lontani, che guardandola, sorrideva lascivo. Sul bancone c'era una grossa Banana dei paesi lontani. La fame le colse ancor di piu le viscere, ed essa avanzò, chiedendo la ricompensa per quel frutto così strano. Il grosso mercante nero parlò con voce solenne: "E second t pè quann si bon, e si pur tarantin, ch c può uscì rint a sta nott r calura? Yamm yà,mitt la capa a fà ben!" La pastorella non capì quella lingua arcaica dei paesi lontani, ma istintivamente afferrò la banana dal bancone e scappò via, divorandola durante la corsa. Fermandosi ansimando per la gran corsa, si accorse che la fame era ormai sparita, ma la sete era aumentata. La corsa era stata lunga e tremenda, e il suo ansimare e boccheggiare risuonò per la piana. D'un tratto un prode cavaliere apparì ai suoi occhi. La guardava dall'alto del suo cavallo. Anche lui con voce squillante e splendida disse: "Chè tiè, si stanca? Tiè set? Yamm yà facimm-c quatt cinq birrozz chè pò magar ropp c'esc pur checcosa, che tant si tarantina!", e così dicendo le offrì un enorme boccale del distillato del frutto del luppolo. La pulzella non se lo fece ripetere e tracannò tutta la dolce alcolica bevanda. Dopodiché, sentendosi stranamente inebriata, crollò in un sogno mistico in cui si confondevano le immagini di lei, del prode cavaliere, del cavallo dal prode cavaliere e di un paio di pastorelli che passavano di lì. Quando si svegliò non vi era più nessuno, e a parte un bigliettino che diceva "grazie, ti chiamo io" non vi era traccia di anima viva. Solo una mucca pascolava lì placidamente. Il caldo era insopportabile, sembrava aumentato e la notte non sembrava volgere a termine. Ma la mucca pascolava placidamente. La pulzella sudava sempre di più, provò a coricarsi ma non riuscì ad addormentarsi. E in tutto ciò la mucca pascolava placidamente. La Pia Pastorella allora si ruppe il cazzo e sgozzò la mucca, più che altro perché si sentiva da fottere che quella pascolava placidamente anche con quel caldo. In quel momento una luce squarciò le tenebre, e all'interno di essa un'altra piccola luce rossa sembrava fissare la pulzella.Una voce simile ad un vento impetuoso tuonò e disse "Stanott si fatt nu poc tropp la zzoccola, però io so buon e ti dic: CHE SIA FRESCO E NON AFOSO!!!"Un vento gelido si alzò e rinfrescò ogni cosa lì intorno. La pastorella finalmente cadde in un lungo sonno di refrigerio, e non si svegliò mai più sudata come una cozza.
Da allora ogni anno in quello stesso giorno e in quella stessa notte si celebrano nel tempio i riti che ricordano quell'esperienza mistica.
Innanzitutto, cosa non documentata dalla troupe, nei giorni antecedenti la Festa gli Adepti si prodigano a pulire e aspergere d'incenso i filtri e ogni cosa del Sacrario di Klimatron.
Poi, il 16 mattina cominciano i riti: come prima cosa gli Adepti Credenti si riuniscono al di sotto del Sacrario, affianco il piccolo Santuario alla Dea Intimiximisia.
Cominciano le preghiere e le invocazioni. Verso mezzodì avviene quella che è l'inizio di una lunga veglia: l'offerta degli adepti di Fagiolo, Banana e Birra in ricordo degli atroci tormenti vissuti dalla Pia Tarantina in quella notte di ricerca spirituale.


Come notiamo dalle foto i credenti sono in preda ad una possessione quasi mistica, alimentata dal calore crescente all'interno del Tempio. Notare come l'Adepto Antonxio (il Portatore Del Fagiolo) ha, nella seconda foto, un momento di sconforto e, forse, di miscredenza nei confronti del dio che non accenna a manifestarsi ai suoi Fedeli. Del resto già da tempo si vociferava di una sua fede poco sostenuta, più volte accusata dagli altri due adepti Emilxio (il Portatore della Banana (modestamente) e Walterxio (il Custode della Birra).
Verso le 20, dopo un intero pomeriggio in ginocchio sul rude marmo cerimoniale, i klimatroniani intraprendono un altro rito tribale, rurale e a dir poco crudele: Il Sacrifitio della Mucca Sacra Placida:

anche questo rito è da ricondursi all'esperienza mistica della pia pastorella, quand'ella, in preda ad un giustissimo momento di Scazzo Mistico, squarciò la gola della Mucca Placida e si bagnò del suo sangue.
Dopo questo inumano rito i celebranti continuano la veglia, intervallando litanie stressanti a rutti disumani, e sudando ritualmente sotto le ascelle e a livello dell'inguine. L'adepto Walterxio in passato ha anche ricevuto le Sacre Lesioni Della Mutanda Sudata a livello dell'inguine, evento questo che ha portato al tripudio la sua fede e che lo ha sospeso dalla sua pratica ciclistica per un bel pò di tempo.
A mezzanotte in punto infine l'evento:

Klimatron il Grande, Il Magnifico Rinfrescatore, Il Gaio Deumidificatore, il Terrore delle Bollette Elettriche e Custode del Notturno Estivo Riposo si paventa ai Fedeli.
Documentata dalle foto è la diversa reazione degli Adepti Klimatroniani: guardate l'incredulità dipinta sul viso di Antonxio (che cazz ha pregat a far pè na iurnata intera se pò manc ci crereva?), l'estasi divina espressa dal bellissimo volto di Emilxio che sembra dire in aramaico "Wagliù ve l'avev ritt ì ca prim o poi kiss si mostrava a noi!" e infine l'allegria inconsulsa e vagamente psicopatica del Custode della Birra Walterxio che sembra dire (sempre in aramaico) "NNNNNEEEEE'", che significa "Di più, ne voglio di più"
Un impetuoso vento glaciale si sparge per il tempio. L'umidità è spazzata via. L'afa non riesce ad uscire dalle finestre e spira lì, sul marmo sacrificale del Tempio Di Spiox.
Egli è giunto.
EGLI E' GIUNTO!
(Per approfondimenti sulla mitologia Teatina del Sacro Tempio di Spiox consultare i testi
"Kaldayon e Klimatron, lo yin e lo yan di Chieti Scalo" 2002 Teate Ed.
"Intimiximisia: Niente di umano sotto il vestito" 2003 Teate Ed.
"Ray Sugar Sandro, tre parole per ogni tipo di arte" 2006 Teate Ed.
"Dèi a cazzo di cane: cosa partoriscono le menti di tre deficienti che non hanno niente da fare e stanno pure sotto Tesi" 2007 Teate Ed.)
Come ogni anno alle Idi di Giugno, si è svolta nel Sacro Tempio Di Spiox la processione votata al risveglio del grande Dio Klimatron, dio dei gelidi venti e dei riposi notturni.
Quest'anno questo millenario rito tribale è stato eccezionalmente documentato da una troupe di TeleChieti. Dobbiamo anticiparvi che alcuni videoperatori si sono sentiti male nel riprendere strani eventi soprannaturali.
Ma cominciamo per ordine.
Nel Tempio, dichiaratamente politeista, oltre al Dio Kaldayon (dio del tepore e della muffa sui muri), la Dea Intimiximisia (dea dei cataloghi e della prestanza fisica femminile), il Grande Dio RaySugarSandro (dio degli dei e del nuoto "a trivella", nonché protettore del self-styling), ogni anno, quando Kaldayon va in letargo, viene svegliato il suo antagonista, il Grande Klimatron.
Si narra che il culto di Klimatron sia stato introdotto nell'anno domini 2004, quando una pastorella (ovviamente tarantina) si trovava a pascolare le sue pecorelle in quel che poi diverrà il maggior tempio del culto Klimatroniano, la piana di Spiox. Leggenda vuole che essa, dopo aver giaciuto contemporaneamente con tre pastorelli chietini, in piena notte si sia svegliata colta da fame e da calurie improvvise. Erano le Idi di Giugno (il 16) e la notte non era mai stata così calda. Essa, scansando un quarto pastorello chietino che aveva giaciuto con lei mentre dormiva, si alzò dal giaciglio e cominciò a vagare per la piana alla ricerca di cibo e refrigerio. Camminando senza meta, al di là di una rupe trovò una piccola pianta di fagioli. Stranamente una voce si alzò dalla direzione della pianta e disse "Io sono il Fagiolo, se tu cogli quest..." ma non fece in tempo a finire che la pastorella si era infilato già tutto il fagiolo in bocca, data l'immensa fame.
Purtroppo questo misero pasto non aveva calmato la voracità della Pia Tarantina, ed ella continuò il suo girovagare. Da lontano sentì un gran frastuono e decise di incamminarsi in quella direzione. Vicino una collina vi era una bancarella di mercanzie. Vi era seduto dietro un enorme mercante nero dei paesi lontani, che guardandola, sorrideva lascivo. Sul bancone c'era una grossa Banana dei paesi lontani. La fame le colse ancor di piu le viscere, ed essa avanzò, chiedendo la ricompensa per quel frutto così strano. Il grosso mercante nero parlò con voce solenne: "E second t pè quann si bon, e si pur tarantin, ch c può uscì rint a sta nott r calura? Yamm yà,mitt la capa a fà ben!" La pastorella non capì quella lingua arcaica dei paesi lontani, ma istintivamente afferrò la banana dal bancone e scappò via, divorandola durante la corsa. Fermandosi ansimando per la gran corsa, si accorse che la fame era ormai sparita, ma la sete era aumentata. La corsa era stata lunga e tremenda, e il suo ansimare e boccheggiare risuonò per la piana. D'un tratto un prode cavaliere apparì ai suoi occhi. La guardava dall'alto del suo cavallo. Anche lui con voce squillante e splendida disse: "Chè tiè, si stanca? Tiè set? Yamm yà facimm-c quatt cinq birrozz chè pò magar ropp c'esc pur checcosa, che tant si tarantina!", e così dicendo le offrì un enorme boccale del distillato del frutto del luppolo. La pulzella non se lo fece ripetere e tracannò tutta la dolce alcolica bevanda. Dopodiché, sentendosi stranamente inebriata, crollò in un sogno mistico in cui si confondevano le immagini di lei, del prode cavaliere, del cavallo dal prode cavaliere e di un paio di pastorelli che passavano di lì. Quando si svegliò non vi era più nessuno, e a parte un bigliettino che diceva "grazie, ti chiamo io" non vi era traccia di anima viva. Solo una mucca pascolava lì placidamente. Il caldo era insopportabile, sembrava aumentato e la notte non sembrava volgere a termine. Ma la mucca pascolava placidamente. La pulzella sudava sempre di più, provò a coricarsi ma non riuscì ad addormentarsi. E in tutto ciò la mucca pascolava placidamente. La Pia Pastorella allora si ruppe il cazzo e sgozzò la mucca, più che altro perché si sentiva da fottere che quella pascolava placidamente anche con quel caldo. In quel momento una luce squarciò le tenebre, e all'interno di essa un'altra piccola luce rossa sembrava fissare la pulzella.Una voce simile ad un vento impetuoso tuonò e disse "Stanott si fatt nu poc tropp la zzoccola, però io so buon e ti dic: CHE SIA FRESCO E NON AFOSO!!!"Un vento gelido si alzò e rinfrescò ogni cosa lì intorno. La pastorella finalmente cadde in un lungo sonno di refrigerio, e non si svegliò mai più sudata come una cozza.
Da allora ogni anno in quello stesso giorno e in quella stessa notte si celebrano nel tempio i riti che ricordano quell'esperienza mistica.
Innanzitutto, cosa non documentata dalla troupe, nei giorni antecedenti la Festa gli Adepti si prodigano a pulire e aspergere d'incenso i filtri e ogni cosa del Sacrario di Klimatron.
Poi, il 16 mattina cominciano i riti: come prima cosa gli Adepti Credenti si riuniscono al di sotto del Sacrario, affianco il piccolo Santuario alla Dea Intimiximisia.
Cominciano le preghiere e le invocazioni. Verso mezzodì avviene quella che è l'inizio di una lunga veglia: l'offerta degli adepti di Fagiolo, Banana e Birra in ricordo degli atroci tormenti vissuti dalla Pia Tarantina in quella notte di ricerca spirituale.

Come notiamo dalle foto i credenti sono in preda ad una possessione quasi mistica, alimentata dal calore crescente all'interno del Tempio. Notare come l'Adepto Antonxio (il Portatore Del Fagiolo) ha, nella seconda foto, un momento di sconforto e, forse, di miscredenza nei confronti del dio che non accenna a manifestarsi ai suoi Fedeli. Del resto già da tempo si vociferava di una sua fede poco sostenuta, più volte accusata dagli altri due adepti Emilxio (il Portatore della Banana (modestamente) e Walterxio (il Custode della Birra).
Verso le 20, dopo un intero pomeriggio in ginocchio sul rude marmo cerimoniale, i klimatroniani intraprendono un altro rito tribale, rurale e a dir poco crudele: Il Sacrifitio della Mucca Sacra Placida:

anche questo rito è da ricondursi all'esperienza mistica della pia pastorella, quand'ella, in preda ad un giustissimo momento di Scazzo Mistico, squarciò la gola della Mucca Placida e si bagnò del suo sangue.
Dopo questo inumano rito i celebranti continuano la veglia, intervallando litanie stressanti a rutti disumani, e sudando ritualmente sotto le ascelle e a livello dell'inguine. L'adepto Walterxio in passato ha anche ricevuto le Sacre Lesioni Della Mutanda Sudata a livello dell'inguine, evento questo che ha portato al tripudio la sua fede e che lo ha sospeso dalla sua pratica ciclistica per un bel pò di tempo.
A mezzanotte in punto infine l'evento:

Klimatron il Grande, Il Magnifico Rinfrescatore, Il Gaio Deumidificatore, il Terrore delle Bollette Elettriche e Custode del Notturno Estivo Riposo si paventa ai Fedeli.
Documentata dalle foto è la diversa reazione degli Adepti Klimatroniani: guardate l'incredulità dipinta sul viso di Antonxio (che cazz ha pregat a far pè na iurnata intera se pò manc ci crereva?), l'estasi divina espressa dal bellissimo volto di Emilxio che sembra dire in aramaico "Wagliù ve l'avev ritt ì ca prim o poi kiss si mostrava a noi!" e infine l'allegria inconsulsa e vagamente psicopatica del Custode della Birra Walterxio che sembra dire (sempre in aramaico) "NNNNNEEEEE'", che significa "Di più, ne voglio di più"
Un impetuoso vento glaciale si sparge per il tempio. L'umidità è spazzata via. L'afa non riesce ad uscire dalle finestre e spira lì, sul marmo sacrificale del Tempio Di Spiox.
Egli è giunto.
EGLI E' GIUNTO!
(Per approfondimenti sulla mitologia Teatina del Sacro Tempio di Spiox consultare i testi
"Kaldayon e Klimatron, lo yin e lo yan di Chieti Scalo" 2002 Teate Ed.
"Intimiximisia: Niente di umano sotto il vestito" 2003 Teate Ed.
"Ray Sugar Sandro, tre parole per ogni tipo di arte" 2006 Teate Ed.
"Dèi a cazzo di cane: cosa partoriscono le menti di tre deficienti che non hanno niente da fare e stanno pure sotto Tesi" 2007 Teate Ed.)